giovedì 12 aprile 2018

Lettera alle assemblee parrocchiali della UP


Carissimi,

purtroppo non mi è possibile essere con voi quest’oggi ma reputo importante dare quantomeno un mio contributo scritto.

Ho provato ad accostare le parole scritte da papa Francesco nei punti dell’EG che avrete appena letto con il progetto educativo degli oratori, con la vita che abita in questi luoghi. A circa due anni dal mio arrivo (per alcuni oratori poco più e per altri poco meno) sto vedendo quanta strada abbiamo già fatto. Mi sento sempre più voluto bene da voi e questo è per me motivo di grande fiducia e di incoraggiamento. Per questo vi ringrazio di cuore. Allo stesso tempo vivo anche un certo senso di lontananza da parte delle comunità al progetto degli oratori. Eppure dovreste vedere che vivacità in questi luoghi. Si vive (a tempi alterni certamente) quella gioia missionaria di cui parla Francesco, quella gioia che vive anche Gesù quando si rivela ai piccoli.  Stiamo camminando, non c’è dubbio, eppure penso davvero che sia il tempo di entrare dentro una co-progettazione: i ragazzi hanno bisogno di una comunità che si faccia vedere e sentire. Ci sono mille modi per poter concretizzare questa frase ed è per questo che ho bisogno di progettare con voi, con una comunità effervescente.
Il papa parla di discepoli che prendono l’iniziativa. Io ne ho prese tante fino ad ora e sempre più. Certamente quelle che però hanno maggior efficacia sono quelle cha partono dalle idee di parrocchiani che mi si fanno vicini, mi raggiungono e chiedono di provare a vedere quello che loro vedono e di poter immaginare qualcosa di bello in oratorio.
Conosco sempre più fra voi evangelizzatori che hanno odore delle pecore, che hanno quella scintilla che li porta oltre, che li porta a donarsi. Quanto bello e prezioso sarebbe mettersi in cammino insieme. Magari per piccoli tratti oppure per lunghi, chissà: che spettacolo sarebbe!
Sapete, anche grazie all’opera dei vostri oratori, state diventando un punto di riferimento per le persone che condividono il vostro medesimo territorio. Quanti ragazzi hanno la possibilità di vivere una Chiesa vicina, una Chiesa dalla porte aperte, una Chiesa in uscita perché accoglie chi è fuori…e anche chi è dentro. Il linguaggio proprio dell’oratorio non è quello della catechesi o della liturgia, ma è pur sempre un linguaggio attraverso il quale si evangelizza: attraverso l’esempio, un tempo prolungato e ripetuto passato insieme, un “buongiorno, come stai” che sai che non mancherà alla tua giornata, …
Ma quanti ragazzi potrebbero ancora avvicinarsi alla sorgente se davvero ci pensassimo chiamati in causa in questo percorso! In oratorio, a prescindere dell’età, hai sempre la possibilità di donarti. Abbiamo, infatti, bisogno di educatori, di animatori, di baristi, di chi ci compra un pallone o una rete, di chi fa un’offerta, di chi viene a pulire, di chi viene a incontrare chi c’è, di chi non può far nulla di questo ma può pregare per i ragazzi dell’oratorio e per questa opera missionaria. Già, missionaria perché tutti i piccoli sono poveri se non hanno punti di riferimento credibili, luoghi adeguati in cui crescere, esperienze di gruppo, momento di servizio e di riflessione.
Vi invito col cuore in mano a partecipare al Weekend dell’Educazione che si terrò il 20-21-22 aprile. In particolare sabato presenterò a tutti per la prima volta il progetto educativo degli oratori della UP. Verrà consegnata nella stessa serata un depliant cartaceo progetto: uno strumento veloce da leggere e sintetico così da poter entrare nella case di ciascuno di voi. Un segno, se volete, di tutta una umanità amata da Dio che nella ferialità dei giorni prende vita nei vostri oratori. Quindi venite così vi portate a casa anche il gadget!
Altri due segni abbiamo pensato quest’anno per far entrare maggiormente l’oratorio nella vostra quotidianità: il calendario 2018 (ne abbiamo ancora qualcuno da svendere) e le felpe della UP che cominceremo a vendere al Weekend dell’Educazione. Sono due segni che in sé incorporano due finalità: rianimare una certe idea di appartenenza e dall’altra una fonte di entrata per i tanti percorsi che stiamo offrendo in oratorio. Vi sollecito per tanto a essere attenti a questi sforzi (non solo miei ma di un certo numero di universitari).
Vi lascio la mia email per cominciare una co-progettazione con chiunque ritenga preziosa l’opera missionaria oratoriana al fine di migliorarla e viverla di più.

Un abbraccio,

Ciri

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